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Persi nel vuoto

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Quando noi di Sottoterra ci siamo trovati di fronte a questo video eravamo ancora sconvolti dalla morte senza ragioni di Pasquale Romano. L’ennesima vittima in una maledetta lista di morti innocenti, ammazzati brutalmente tra le strade della Campania. Pasquale aveva avuto un’unica colpa, quella di somigliare alla vittima designata di turno. Il sosia perfetto del condannato a morte, in una terra dove il “diritto” è una parola vuota di significato e dove la giustizia della strada diventa esecutiva senza trovare ostacoli. Ci chiedevamo di chi è la colpa e perché le istituzioni non riescano a garantire la sicurezza minima del territorio; Perché somigliare ad una malavitoso, avere la stessa auto o abitare nello stesso palazzo a Napoli rischia tradursi in una condanna. La colpa è anche di tutti di noi? Noi che giriamo la faccia, ci abbassiamo alle piccole illegalità quotidiane o votiamo i nostri amministratori locali per convenienza più che per senso civico. E dove sono le Istituzioni? Dov’è lo Stato?

Il video che abbiamo postato è un estratto di una tavola istituzionale a cui Don Maurizio Patriciello ed una rappresentanza del “comitato antiroghi” è stato invitato dopo mesi di battaglia contro i roghi di materiale tossico appiccati dai clan che da anni avvelenano questa terra. Sottoterra ha fatto parte e fa parte di questa battaglia, con la raccolta firme per una denuncia ai sindaci della provincia e con una costante mobilitazione sull’argomento. Il parroco coraggio del Parco Verde prova ad esporre con umiltà un problema devastante per i semplici cittadini che vivono lontani dalle colline d’aria buona della Napoli bene, prova a raccontare le estati di aria e diossina e le campagne sconvolte dai veleni. Non è avvezzo a contesti tanto formali, lo ammette con umiltà, e fa un piccolo errore di forma nel non rivolgersi al prefetto con il giusto appellativo.

La vergognosa reazione del prefetto di Napoli De Martino, che si inalbera e alza la voce perché a sua avviso è offensivo chiamare semplicemente “signore” un prefetto (anche se nel video è evidente la buona fede del parroco), offende e umilia i cittadini tutti. Più che la forma sembra l’attivismo del comitato a dare fastidio alle istituzioni, rappresentate da elementi aggrappati con le unghie ai titoli e al potere più che alle proprie responsabilità. La disinvoltura con cui De Martino sfodera un tono umiliante nei confronti di semplici volontari che da mesi danno l’anima per la battaglia antiroghi è il sintomo di un sistema di caste, completamente sganciato dalla realtà della vita quotidiana. Di istituzioni stanche e malate che pretendono rispetto dai cittadini concedendo in cambio solo arroganza e presunzione.

In questa lotta incessante alle mafie, per evitare che altri ragazzi come Pasquale Romano cadano crivellati di colpi sul selciato di questa terrà già intrisa di sangue, per ridare speranza e futuro alle nostre città, abbiamo bisogno anche delle istituzioni, delle forze dell’ordine e di tutto quello che resta di buono nella politica. Ma le istituzioni devono guadagnarsi autorità e rispetto con umiltà e rispetto, senza alzare la voce con insolenza.

Servire lo Stato è una questione di passione e di scelta. Nessuno ha costretto il borioso “Sig. Prefetto” De Martino ad assumersi le gravose responsabilità che ricopre. Per questo, con il dovuto riguardo, noi stessi suggeriamo al Sig. Prefetto lavori con meno stress e meno pressioni, magari nel campo della ristorazione o quello dell’agricoltura. E speriamo che, se la scelta ricadrà su questa seconda onorevole opzione, nessuno vada a bruciargli una montagna di pneumatici sul campo.